Il piano europeo per la completa decarbonizzazione dell’economia entro il 2050 richiederà un’impresa di equilibrismo economico e tecnico che non può permettersi debacle, date le conseguenze climatiche che un fallimento potrebbe comportare nel lungo periodo.
In tale ottica l’UE ha individuato una serie di tecnologie di particolare interesse al fine di ridurre le emissioni.
Tra queste tecnologie risulta particolarmente degno di nota il “sistema di cattura e stoccaggio della CO2”, meglio conosciuto con la sigla CCS, anche grazie una serie di importanti avanzamenti legati ai processi di produzione di fonti energetiche convenzionali (ndr quelle fossili) e non, come l’idrogeno.
Il CCS ha destato particolare interesse per la sua capacità di ridurre drasticamente l’impronta carbonica di alcuni dei principali processi produttivi ed estrattivi. La possibilità di impedire la dispersione delle molecole di CO2 nell’atmosfera rappresenta un importante traguardo che permetterebbe minori costi di riconversione industriale e parallelamente consentirebbe di ridurre l’entità delle emissioni.
Il processo
Entrando nel concreto il CCS prevedrebbe l’adozione di particolari membrane assorbenti o in alternativa solventi chimici in grado di catturare i fumi di combustione esausti.

(Fonte Corte dei conti UE)
Avvenuta la cattura si passa al trasporto della CO2 disidratata via gomma, ferro, nave o pipeline e infine lo stoccaggio in apposite saline o depositi naturali (spesso ex siti di estrazione di fonti fossili).
In attesa di possibili futuri utilizzi industriali della CO2 (ndr una delle ipotesi sul tavolo è la coltura di alghe utili alla produzione di biocarburanti) la principale questione da sciogliere è quella legata ai costi del processo. Come messo in luce da un recente report del Global CCS Institute, tale tecnologia ha raggiunto costi estremamente competitivi (tra i 30 e i 40 $ per t), soprattutto se applicata a processi produttivi dove la CO2 subisce una forte pressione.

(Fonte Ember)
I costi verrebbero ulteriormente ridotti se il CCS godesse di una regolamentazione tecnologicamente neutrale (ndr diversamente si tende spesso a destinare sussidi a particolari tecnologie) e godesse dei benefici legati alla sua adozione in economie di scala.