Questa riflessione non si doveva fare.
La giornata di ieri ha visto consumarsi l’ennesima sconfitta di una sinistra che non sa cosa vuole essere e – a giudicare dal tweet disastroso di Zingaretti – non sa cosa non deve essere.
Insomma, il più grande partito progressista italiano, definito tale dai più, ha reagito con più patos alla notizia della chiusura del programma live “Non è la D’Urso” rispetto alla vittoria da parte della Lega e di riflesso di Salvini con le nomine ai sottosegretari.
La Borgonzoni, conosciuta per una sua famosa affermazione come “io non leggo un libro da 3 anni” messa come sottosegretaria alla Cultura.
Il contentino dato alle donne del proprio partito con 5 nomine femminili su 6.
Le dichiarazioni di Bonaccini d’accordo alla riapertura dei ristoranti la sera proposta da Salvini, mentre la realtà ci sta regalando una terza ondata e le zone rosse aumentano di giorno in giorno.
L’esperienza della mia generazione per quanto riguarda la politica è certo ancora acerba, nel 2012 il dibattito centrale era sul goal di Muntari in Juventus-Milan e non di certo sulle primarie tra Bersani e Renzi.
Adesso, ma già da qualche tempo, si legge e si spera in uno scioglimento del PD in favore della nascita di nuovi ed ennesimi partiti.
Il PD andava sciolto 5 anni fa?
Il PD non sarebbe dovuto mai nascere?
Era necessaria la svolta della Bolognina?
Chi lo sa, ma l’immobilismo ideologico e politico degli ultimi anni è imbarazzante.
La sinistra italiana prova ad inseguire, con scarsi risultati, la becera e banale politica dello schieramento opposto con buona pace di quel gruppo di fessi che a Livorno in quel Gennaio 1921 avevano voglia di rivalsa.
“Era un secolo fa,
c’era freddo e tempesta,
si cambiò teatro per protesta,
da lì nacque la nuova rivalsa”.
(Foto di copertina di Mauro Biani)