Da quando la Russia ha annesso la Crimea nel 2014 senza colpo ferire, almeno direttamente, gli stati che componevano quella che fino al 1991 è stata l’URSS hanno sempre avuto paura all’idea che potessero essere il prossimo obiettivo di Mosca. Allo stesso tempo, il Cremlino e diversi esperti russi hanno sottolineato il pericolo di una guerra non lineare diretta dall’esterno, volta a indebolire la sovranità russa e alla fine a mettere in scena un cambio di regime. Insomma, la teoria di una “rivoluzione colorata” orchestrata dall’Occidente. Un movente utilizzato dalle istituzioni russe per legittimare la soppressione delle manifestazioni pubbliche.
Entrambe le teorie possono essere sostenute o smentite, nell’ambito di un quadro in gran parte ipotetico e indefinito in cui molti presupposti sono dati per scontati e pochi elementi possono essere concretamente verificati.

La strategia della guerra ibrida
La Russia proprio dal 2014 ha introdotto nei confronti dell’Ucraina un metodo di guerra che gli esperti definiscono ibrida. Un tipo di conflitto che si basa non solo su azioni militari condotte sul campo, ma su cyberattacchi e controllo riflessivo che puntano a stremare psicologicamente il governo di Kiev e la popolazione ucraina. Il controllo riflessivo fa sì che un avversario più forte scelga volontariamente le azioni più vantaggiose per gli obiettivi russi, modellando in maniera decisiva le percezioni dell’avversario sulla situazione.
Mosca ha usato abilmente questa tecnica per persuadere gli Stati Uniti e l’Unione Europea a rimanere in gran parte passivi di fronte agli sforzi della Russia per distruggere e smantellare l’Ucraina con mezzi militari e non, almeno fino a tre mesi fa. L’Occidente deve diventare attento all’uso delle tecniche di controllo riflessivo e trovare il modo di contrastare questo “controllo a distanza” di Mosca sui Paesi confinanti.

In cosa consiste la guerra ibrida?
Si basa soprattutto sulla capacità della Russia di sfruttare le disposizioni preesistenti tra i suoi nemici per scegliere le sue linee d’azione preferite. L’obiettivo principale delle tecniche di controllo riflessivo, che Mosca ha impiegato nella situazione ucraina, è stato quello di persuadere l’Occidente a fare qualcosa che i suoi leader volevano fare a priori, vale a dire rimanere in disparte mentre la Russia piano piano iniziava a smantellare l’Ucraina. Queste tecniche non avrebbero avuto successo di fronte ai leader occidentali determinati a fermare l’aggressione russa e a punire o annullare le violazioni russe in un altro stato dichiaratosi autonomo dall’URSS nel 1991.
Gli elementi chiave della tecnica di controllo riflessivo
- Operazioni evasive e ingannevoli per nascondere o offuscare la presenza delle forze russe in Ucraina, incluso l’invio di “omini verdi” in uniforme senza insegne.
- Nascondere gli scopi e gli obiettivi di Mosca nel conflitto, che semina paura in alcuni e consente ad altri di persuadersi che gli obiettivi del Cremlino sono limitati e in definitiva accettabili.
- Mantenere una legalità superficialmente plausibile per le azioni della Russia e negare il coinvolgimento di Mosca nel conflitto.
- Minacciare simultaneamente l’Occidente con il potere militare sotto forma di voli nello spazio aereo di paesi NATO e non. La minaccia di usare le armi nucleari russe e affermazioni esagerate sull’abilità e sul successo militare della Russia.
- Il dispiegamento di un vasto e complesso sforzo globale per plasmare la narrativa sul conflitto in Ucraina attraverso i media formali e sociali.

La guerra ibrida sta funzionando?
I risultati di questi sforzi sono stati contrastanti. La Russia ha impedito all’Occidente di intervenire materialmente in Ucraina, concedendosi il tempo per costruire ed espandere il proprio coinvolgimento militare nel conflitto. Ha seminato discordia all’interno dell’alleanza NATO e creato tensioni tra potenziali avversari.
Tuttavia, non ha cambiato radicalmente gli atteggiamenti popolari o d’élite riguardo alle azioni della Russia in Ucraina, né ha creato un ambiente favorevole a Mosca. Navalny è l’esempio più fulgido di questo fallimento. Al momento però, la Russia sembra essere in vantaggio a livello strategico sugli Stati Uniti. Questo perché l’Occidente probabilmente non ha ancora imparato la lezione subita in Siria.