Un’inchiesta giornalistica portata avanti da un consorzio internazionale di 17 quotidiani – come il The Guardian, Le Monde, il Washington Post – e numerose ONG ha portato alla luce un’imponente operazione di spionaggio globale, rivelando un database di oltre 50.000 contatti appartenenti alle personalità spiate o designate come persone d’interesse dai governi clienti dell’azienda israeliana produttrice dello spyware, la NSO Group.
Dall’indagine è emerso che numerosissimi politici, giornalisti, e attivisti sono stati spiati da diversi governi, alcuni dei nomi eccellenti presenti nella lista sono Prodi – in veste di inviato ONU nel Sahel -, Macron, Tedros Ghebreyesus – come direttore generale dell’OMS -, Charles Michel – in qualità di presidente del Belgio -, e poi personalità politiche di Pakistan, Sudafrica, Egitto e altre nazionalità in maggioranza africane.
I contatti sono stati raccolti per la gran parte da nazioni in via di sviluppo, il Marocco nello specifico è lo stato che si è interessato di figure come Macron e Prodi, ma che non ha risparmiato neppure le sue istituzioni finendo per spiare il suo stesso Re. Ma al di là dei tentativi di spionaggio tra nazioni africane e mediorientali, anche l’Ungheria figura tra i governi utilizzatori dello spyware, probabilmente utilizzato per controllare i pochi rimanente outlet di informazioni non sotto controllo governativo.

La difesa
La NSO Group ha nel frattempo continuato ad affermare che far parte della lista del database non significa essere stati vittime di hackeraggio tramite lo spyware, e nemmeno di un tale tentativo, e ha ribadito le sue stringenti politiche atte ad autorizzare l’utilizzo del software solo da governi che lo userebbero a scopo di anti-terrorismo. Tuttavia le indagini indicano che farne parte significhi come minimo essere stati indicati dai governi clienti come “person of interest“.
La difficoltà nel rilevare effettive brecce nei telefoni, nell’attribuire eventuali attacchi, e la possibilità di corrompere un telefono anche solo portandolo nel raggio di un’antenna infetta, fa pensare che la situazione sia più grave di quanto sembri, portando Snowden ad affermare che “Questa è la storia dell’anno. Nessun telefono è al sicuro”