Nuova puntata settimanale della pagellona di Andrea e Nicholas! Oggi si parla di laziali, tramonti invernali e rimpiazzi.

Enrico Letta: 7+

Richiamato dal mondo dei morti (Parigi d’inverno, s’intende), il figliol prodigo cacciato e richiamato implorando ha accettato il ruolo di segretario del PD. È un po’ un rientro trionfale alla “ve l’avevo detto” quello dell’ex Presidente del Consiglio, esperienza finita con il passaggio della campanella stizzito (figurato e letteralmente) a Matteo Renzi; e proprio con la crisi innestata dal mostro di Firenze (si scherza) ritorna. Un cerchio che sembra vicino alla sua chiusura, la quale potrebbe realizzarsi alle politiche del 2023. Nel frattempo, le collaborazioni con Italia Viva sembrano un taboo, e pure il nome stesso di Renzi non viene pronunciato da Letta, il quale dovrà fare i conti con la parte marcia del partito, quella dei renziani appunto.

Bertolaso: 2-

Altra materia sul pagellone, altro nome risentito. Salvini ha dichiarato che proporrà come candidato della Lega al ruolo di primo cittadino della capitale Guido Bertolaso; sì, quel Bertolaso. Ci aveva già provato nel 2016 come candidato del centrodestra unito, per poi essere boicottato da Fratelli d’Italia prima e Lega poi per la candidatura della Meloni stessa. Per il post-Raggi, Salvini prova a puntare su un nome forte, sperando che stavolta non gli giri le spalle: con questi Matteo, non si sa mai. In più, le elezioni amministrative sono relativamente lontane (si parla di settembre-ottobre) e le probabilità che Salvini cambi nome sono alte, magari un nome un po’ più romano e un po’ meno… laziale.

Decreto Legge: 6

Come faremo dal prossimo anno a vivere una primavera senza rimanere chiusi in casa (tocca ferro)? Ormai la zona rossa primaverile è tradizione, e puntualmente arriva, come l’allergia. Mentre i sardi ci guardano (mannaggia a voi) dalla loro finestrella bianca sul Tirreno, la penisola si colora di arancione e rosso come un caldo tramonto invernale. E, sempre da tradizione, anche chi non fa attività da mesi e mesi può tornare a sfoggiare la sua tutina termica per avvalersi dell’unico motivo per uscire di casa, ribadendo i propri diritti.

(Foto di copertina da: Il Giornale, Prima Brescia e Verona Sera)

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Di Andrea Miniutti

Sono Andrea Miniutti, ho 21 anni e sono laureato in Studi Internazionali presso l’Università di Trento. Sono il direttore e co-fondatorer di Fast, mi occupo di politica (principalmente italiana) e temi inerenti a mafia e stragismo. Sono un grandissimo polemico.

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