I due ex alleati di governo ai tempi dei due vice-premier Salvini e Di Maio non se la stanno passando molto bene da dopo le elezioni del Presidente della Repubblica. Il Movimento, a seguito di un provvedimento giudiziario è come sconvolto da un terremoto, mentre la Lega deve fare i conti con il fallimento di Salvini in veste di kingmaker.
Terremoto Cinque Stelle
Il tribunale di Napoli ha sospeso, in via cautelare, due delibere con le quali il Movimento ha modificato il suo statuto lo scorso agosto, in occasione dell’elezione di Giuseppe Conte come presidente. Questo, di fatto, rende invalido l’assetto con il quale il partito fondato da Beppe Grillo si è organizzato da allora. Il caso è sorto quando alcuni attivisti del Movimento hanno portato davanti al tribunale di Napoli “gravi vizi nel processo decisionale”, poiché in occasione dell’elezione del nuovo presidente del Movimento, erano stati esclusi dalla votazione coloro i quali fossero iscritti da meno di sei mesi. Secondo il provvedimento del tribunale, questa esclusione illegittima ha alterato il quorum dei votanti per la modifica dello statuto. Una reazione a catena, insomma, che è culminata nel decadimento di Giuseppe Conte come leader del Movimento. Tutto questo in un momento particolarmente delicato per l’avvocato del popolo, dopo che, in occasione delle Quirinarie, si è ben visto come la seconda anima del Movimento, quella fedele a Di Maio, sia vitale e si riunisca attorno a un leader che si è dimostrato influente al pari, se non più, di Conte stesso.

Lega, problemi di leadership
Forse il più grande sconfitto dalle Quirinarie è stato Matteo Salvini, in un momento già complicato per il suo partito. Ormai da mesi tallonato nei sondaggi (e a volte superato) dagli alleati di Fratelli d’Italia, il Carroccio ha più volte lanciato segnali, seppur lievi, di poca coesione interna. Dopo il fallito tentativo di Salvini di ergersi a kingmaker, spingendo forse troppo frettolosamente i suoi uomini sulla Casellati, il centrodestra è apparso più diviso che mai. La grande frattura è ora tra Meloni e Salvini, i quali non si sentono da giorni e tra le righe si mandano messaggi ostili. L’ultima trovata di Salvini poi, un partito unico della destra liberale, sul modello del partito repubblicano statunitense, ha incassato un secco no della Meloni. L’alleanza del centrodestra, per ammissione di tutti, è in una fase di stallo. Anche l’autorità di Salvini pare non intaccabile. Per ora nessuno all’interno della Lega sembra in grado di competere con la sua popolarità, ma la debacle in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica gli ha fatto perdere fiducia nei sondaggi relativi ai leader e certamente il progetto di una federazione che pare morta ancor prima di esser nata, getta ombre sulla sua credibilità come leader di un centrodestra unito.
