Quando sono avvenute e quali sono state le cause delle siccità negli utili 5 secoli
Secondo i media, quella che sta flagellando l’Italia è la peggiore siccità degli ultimi 70 anni. Secondo alcuni, sarebbe la tempesta perfetta, provocata dall’assenza di neve, poche precipitazioni e temperatura più alte della media. Le conseguenza di questa siccità sono sotto gli occhi di tutti: le regioni annunciano precauzioni di emergenza, viene richiesto ai cittadini di non utilizzare l’acqua durante certi momenti della giornata, i fiumi diminuiscono di portata, ecc…
Non è la prima volta che siccità simili si abbattano sul nostro paese e sul continente europeo, ed è interessante ricordarle, per capirne le dinamiche e le cause, simili o meno a quelle che possiamo osservare noi.
La più antica siccità di cui si ha memoria è quella del 1539-1540. Si è prolungata dal novembre del 1539 fino all’aprile successivo. Essa non colpì solo il nord Italia, ma anche la Svizzera: i fiumi e i pozzi dell’Italia settentrionali si seccarono, mentre nei territori delle odierne Lombardia ed Emilia Romagna i danni ai raccolti fecero aumentare i prezzi e portarono a carestie.
La siccità fu causata dalla mancanza di neve sui rilievi montuosi e dalla scarsità delle precipitazioni.
Secondo gli storici del clima questa siccità e quella del 1616 furono le maggiori siccità registrate. La siccità del XVII secolo iniziò dall’Europa orientale, diffondendosi e raggiungendo la penisola italiana e prolungandosi dalla primavera fino all’estate. Le temperature, secondo i documenti dell’epoca, furono più alte rispetto alla media.
Anche nel 1741 vi fu una siccità che si sviluppò a partire dalla primavera e si protrasse per tutta l’estate.
Nel 1893 si ebbe quella che per molti esperti fu una delle peggiori siccità affrontate del nostro paese. Ancora oggi il 1893 ricordato come uno dei più aridi. Le precipitazioni furono rarissime sia in estate che in inverno e la situazione climatica mise in difficoltà sia la produzione agricola che quella industriale. Il giornale locale “Il Clemente” scrisse che fonti, sorgive e fiumi in tutta la penisola erano in magra se non del tutto essiccati.

Anche il 1921 fu un anno pessimo da questo punto di vista: la siccità iniziò nell’Europa nord-occidentale, ma arrivò comunque a coinvolgere l’Italia e il Mediterraneo. Le precipitazioni diminuirono quasi del 50% fino all’inizio del 1922.
Anche all’Europa straziata dalla guerra non venne risparmiata un periodo di siccità nel 1945 che si replicò 9 anni più tardi nell’Italia meridionale e poi nel 1959, concentrandosi nelle regioni settentrionali della penisola.
Nel 1962 la Sicilia non vide la pioggia per ben 200 giorni, nel 1976 un anticiclone proveniente dall’Africa fece schizzare le temperature oltre i 40 gradi e portò a fenomeni atmosferici che danneggiarono soprattutto le regioni adriatiche.
A concludere il XX vi furono due periodi di siccità nel 1980-1981 e nel 1994-1995, rispettivamente causati dall’assenza di neve e dall’assenza di precipitazioni.
Negli ultimi 20 anni, l’Italia affrontò la siccità nel 2003, con temperature sopra i 40 gradi, nel 2011, con temperatura superiori alla media e carenza di acqua già a partire da aprile, e nel 2015, una siccità invernale dovuta al depuramento delle nevi sulle Alpi, all’aumento dell’inquinamento urbano e alla scarse piogge.
Sono state quindi molti i periodi di siccità che hanno caratterizzato la storia italiana ed europea. In alcuni di questi casi, specialmente i più antichi, l’uomo non ha avuto che una colpa minima, ma non si può ignorare il fatto che questi avvenimenti, soprattutto i più recenti, fanno parte dei più ampi cambiamenti climatici, per i quali l’uomo ha una grossa fetta di responsabilità.