Domenica 10 aprile apriranno i seggi per le elezioni del presidente della repubblica francese, destinati a riconfermare Emmanuel Macron o a decretare il suo successore. Sono ben dodici i candidati alla presidenza, ma solo in cinque possono giocarsi veramente le proprie carte per la corsa all’Eliseo.
(I sondaggi di Politico in tempo reale) (La newsletter quotidiana di Politico sulle elezioni francesi)
I candidati del centrosinistra
In questa categoria va sicuramente inserito il presidente uscente Emmanuel Macron che, sostenuto dal partito En Marche!, si colloca nell’orizzonte del centro francese, ponendosi come asso pigliatutto, sebbene con radicati valori di progressismo ed europeismo. È il candidato più forte e con un deciso aumento nei sondaggi degli ultimi giorni si colloca al 27%. La sua popolarità è cresciuta dopo l’invasione dell’Ucraina, nella quale il presidente ha sperimentato uno stile di comunicazione che ha fatto parlare, ma indubbiamente efficace.
Più a sinistra di Macron è Jean-Luc Mélenchon, candidato di La France Insoumise, che si avvicina agli ambienti della sinistra radicale. Apertamente socialista, sostiene un modello di stato in cui siano le riforme a trasformare la società, senza violenza o terremoti di sorta. Al momento si attesta intorno al 17% e pare l’unico con qualche possibilità di soffiare il secondo posto a Marin Le Pen.

I candidati del centrodestra
Nel centrodestra ci sono ben tre candidati dotati di un certo peso elettorale. La prima, subito dietro a Macron, è Marin Le Pen, la leader di Rassemblement National, in risalita al 23%, dopo diversi mesi in cui, complice anche l’ascesa di Zemmour, aveva perso diversi punti percentuali. Nonostante le recenti condanne contro la Russia, su di lei pesano l’anti-atlantismo e il sostegno passato a Putin, così come le sue posizioni estremiste su temi come l’immigrazione, che la tengono distante da altre formazioni di destra.
All’8% c’è Valérie Pécresse, in discesa rapida dallo scorso gennaio quando raccoglieva addirittura più consensi della Le Pen. È la candidata del partito repubblicano francese (Les Républicains), ma si colloca su posizioni più moderate rispetto agli altri concorrenti di destra. Il suo ultimo appello ai francesi è che capiscano che, per evitare nuovamente Macron all’Eliseo, dovrebbero puntare su di lei, in quanto né su Zemmour né su Marin Le Pen potrebbero mai confluire i voti di chi crede in lei, decretando così la rielezione dell’attuale presidente.
Infine, c’è Eric Zemmour, nuovo fenomeno dell’ultradestra francese, più roboante che concreto forse. Dopo un picco di popolarità nello scorso marzo, dovuto ai suoi toni esagerati e carichi di minacce e promesse, è sceso al 9%, con ben poche possibilità di raggiungere la rivale Le Pen, avvantaggiata da anni di esperienza nel gioco del sovranismo.

Il sicuro ballottaggio
È praticamente certo che, dopo la prima tornata di domenica, per eleggere il nuovo presidente della repubblica francese si dovrà ricorrere al ballottaggio il prossimo 24 aprile, in quanto nessuno dei candidati raggiungerà il 50% delle preferenze. Questo significa che saranno i soli due candidati che avranno ottenuto il maggior numero di preferenze a proseguire la corsa all’Eliseo. Al momento si tratterebbe di Macron e Le Pen, i cui destini dipenderanno da dove si sposteranno i voti degli sconfitti al primo turno, dai loro endorsement e dalle proprie capacità di mediazione.