Negli ultimi giorni, a tenere banco e far discutere è stata la proposta del segretario PD Enrico Letta “Dote18”, misura che prevede l’aumento dell’aliquota imposta sui patrimoni al di sopra dei 5 milioni di euro e destinare il gettito fiscale a beneficio dei ragazzi di età compresa dai 13 ai 17, da alcuni ridefinita generazione Covid.
La proposta letta superficialmente, quindi senza un’analisi approfondita degli strumenti fiscali e della situazione fiscale italiana, è una grande proposta, un’idea finalmente di sinistra.
Purtroppo, la situazione è più complessa di quello che appare e le conseguenze di decenni di politiche economiche scellerate – a fare da contorno a due crisi che si sono susseguite negli ultimi 13 anni – non potranno essere colmate da un bonus di poche migliaia di euro derivanti da questo bonus.
Proposte precedenti e sguardo all’Europa
Va anche tenuto a mente che una proposta concreta e messa per iscritto non c’è, quindi, ad oggi, è anche difficile capire le conseguenze di tale misura. Tuttavia, una proposta simile era già stata fatta da Fabrizio Barca al Forum di Disuguaglianza e Diversità (FDD) che si traduce in un trasferimento di 15mila euro – chiamato “eredità universale” – da elargire a tutti i cittadini al compimento della maggiore età. Oltre a quella di Fabrizio Barca va ricordata un’altra proposta – fatta dal gruppo parlamentare del PD nel 2018 – di aumentare l’aliquota sulle imposte di successione per istituire un “credito giovani” che ha molte similitudini con la “dote” proposta da Letta.
L’idea del PD sarebbe quella di aumentare l’aliquota dell’imposta di successione sui patrimoni maggiori di 5 milioni dal 5% attuale fino al 20% e andrebbe a “sfavore” dell’1% della popolazione italiana.
Nel resto d’Europa l’imposta di successione è abbastanza elevata: in Francia la franchigia è di 100mila euro (in Italia 1 milione) e l’aliquota varia dal 5% al 60%, con un a media del 45%. In Germania l’aliquota massima è del 30% mentre in Gran Bretagna del 40%. In generale, dunque, l’aliquota media dell’imposta di successione dei paesi OCSE è del 15%.

Oggi, in Italia il gettito dell’imposta di successione è di 800 milioni di euro l’anno, contro i 6 miliardi del Regno Unito, i 7 miliardi della Germania e i 14 miliardi in Francia secondo quanto scritto da Avvenire.
Quale futuro?
La domanda però resta sempre la stessa: questa proposta riesce a risarcire le nuove generazioni che dovranno, tra le altre cose, anche portarsi dietro la questione pensioni e un buco da 20 miliardi dell’INPS? La risposta è: no, serve altro, serve più coraggio.
Potrebbe essere cosa buona e giusta ridurre il gettito fiscale sulle famiglie e sul lavoro. Infatti, nonostante gli interventi sul cuneo fiscale degli ultimi anni, l’indicatore OCSE pone l’Italia ai vertici dei paesi europei: terzo posto per un dipendente single al 48% e primo posto per dipendente sposato con due figli al 39,2%.
Per il gettito IVA in rapporto al PIL l’Italia si colloca al ventiseiesimo posto nella graduatoria EU27, mentre per il gettito di imposta personale sul reddito, l’Italia è al quinto posto.
Potrebbe essere giusto aumentare le imposte sulle case (qui in molti abbandoneranno la lettura dall’articolo), ma sgravi fiscali concessi alle proprietà potrebbero – e di fatto è già successo – provocare aumenti dei prezzi quando l’offerta è rigida, rendendo così difficile acquistare una casa specialmente per giovani e famiglie meno abbienti.
Ultime considerazioni
Insomma, l’aumento dell’imposta di successione è giusta, ma serve prima rivedere l’intero impianto della fiscalità.
Di questo avviso è anche il premier Draghi, che ha iniziato un percorso che porterà ad una riforma complessiva del fisco italiano, e anche il Fondo monetario internazionale propone da tempo di modificare le imposte di successione e di donazione italiane.
Per concludere, l’idea è di sinistra e forse Letta ci teneva a renderla pubblica proprio per tentare di riunificare il polo progressista e di centro sinistra italiano, raccogliendo anche il plauso di Sinistra Italiana e altri vari partiti satellite del PD.
La proposta potrà essere analizzata meglio quando verrà messa per iscritto, ma dovrà essere parte di una proposta unica, inglobata in un insieme di riforme in modo tale da poter davvero cambiare rotta e far pesare meno a lavoratori e famiglie il gettito fiscale.
Un consiglio spassionato al Segretario Letta: continua a chiamarla “Dote18” e non utilizzare mai il termine, Patrimoniale altrimenti vengono a trovarti sotto casa.
(Foto di copertina: Ansa, via Repubblica)