https://fondazionefeltrinelli.it/app/uploads/2020/12/pexels__.png

O il privilegio della normalità

Perché essere “maschi, bianchi, etero, cisè diventato un mantra che suona come una colpa per chi, di fatto, lo è?

Se ad un tavolo a discuterne si mettessero dieci uomini bianchi, etero, cis la risposta sarebbe, con ogni probabilità, “è colpa delle femministe”. O della comunità LGBTQIA+. O di una qualsiasi altra minoranza, e avrebbero ragione!

Il motivo è semplice quanto banale: le minoranze accusano la maggioranza del proprio privilegio. Un privilegio che la maggioranza (della popolazione italiana, almeno) non comprende di avere. Una serie di privilegi, in realtà.

La base da cui partire è più o meno questa, ma la questione è ben più complessa.

Donne vs Uomini

L’odio che viene attribuito alle femministe nei confronti degli uomini, colpo di scena, non è odio. Le femministe si incazzano e urlano in cortei per strada slogan contro il machismo e maschilismo, non contro l’altro sesso in senso generico.

Crediti: Pinterest

Le donne fanno polemica quando una legge sul taglio dell’iva sugli assorbenti viene bocciata per anni e anni da uomini bianchi, etero, cis che di ciclo mestruale non sanno niente e hanno anche la presunzione di dispensare consigli: “Potete usare coppette e pannoloni, se gli assorbenti costano troppo”.

Le donne si incazzano e tremano allo stesso tempo quando, attraversando la strada, un uomo le segue o fa apprezzamenti non richiesti (= Catcalling).

Questa è, senza dubbio, la sensazione più difficile da spiegare in assoluto. Le donne già avranno capito, ma gli uomini no e non perché incapaci, ma perché hanno il privilegio di non aver sviluppato, crescendo, la consapevolezza di un tale disagio.

Sono cose che si imparano col tempo se si è donne. E potrà sembrare esagerato agli occhi di alcuni, ma non lo è.

Esempi generici e banali forse, ma tanto banali da far scendere in strada milioni di persone ad alzare la voce.

Non è una colpa essere maschi, bianchi, etero, cis, ma un privilegio che le donne non vogliono più voler chiamare in questo modo. Non deve essere un privilegio poter vivere nella normalità.

Il nazi-femminismo non esiste

Come “non tutti gli uomini”, “tutte le donne”.

Essere femministe NON significa odiare gli uomini, ma portare avanti proteste e iniziative per avere gli stessi diritti.

Il femmismo nasce in ottica opposta al maschilismo, comportamento per cui viene sostenuta la presunta superiorità dell’uomo sulla donna con conseguenti comportamenti per sminuire l’altro sesso.

Nonostante ciò, il femmismo promuove la parità di genere e non la superorità delle donne sugli uomini.

Questo principio non deve assolutamente essere travisato in una superiorità o bontà d’animo del sesso femminile, dipingendo gli uomini come mostri. Dovrebbe, piuttosto, far riflettere: il femminismo è nato per contrastare la tossicità mascolina che è propria della nostra società. Il retaggio culturale innegabile per cui una donna sia meno.

Disclaimer: il sostenere che la donna sia stata (ed ancora oggi, purtroppo) venga considerata inferiore all’uomo, non è sostenere che tutti gli uomini rintegano vero questo concetto.

Crediti: La Presse

Se abbiamo definito cosa sia il femminismo, è giusto fare un appunto su ciò che viene definito “nazi-femminismo”.

Niente più e niente meno che l’estremizzazione del sopracitato movimento. Secondo gli uomini almeno, come chi lo ha coniato e chi lo ha reso popolare: rispettivamente Tom Hazllet e Rush Limbaugh.

Il termine “nazi-femminismo”deriva dall’ovvia unione delle parole “nazismo” e “femminismo” per descrivere e categorizzare le donne pro-choice e progressiste dell’Inghilterra degli anni ’90.

Un modo come un altro, oggi, per offendere e additare le femministe come esagerate e pretenziose; perchè dopotutto è normale che le donne suscitono certi comportamenti dall’altra parte, se vestite e truccate in modo provocante. Dove “l’altra parte”, non a caso, è l’uomo bianco, etero, cis.

Le nazi-femministe non sono una setta del movimento femminista. Non è necessaria una caccia alle streghe.

Ciò non toglie che il sentirsi minacciati da donne che ricercano la parità di genere (da generazioni), la dica lunga sulla mentalità odierna.

Condividi!

Di Chiara Ciatti

Neo-trentina dalla C aspirata; vivo di sport, femminismo e caffè. Sono una studentessa universitaria polemica, con sempre la macchina fotografica in una mano e il passaporto nell'altra. Fast è il progetto che credo mi aiuti ad esprimermi al meglio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *