Lo scorso venerdì, le autorità nigeriane hanno annunciato la sospensione di Twitter a tempo indeterminato. La causa scatenante di tale decisione va rintracciata nell’eliminazione di un tweet presidenziale da parte della stessa piattaforma. Il presidente Muhammadu Buhari si è infatti pronunciato con le seguenti parole, ritenute fortemente inappropriate da molti utenti: 

“Molti di coloro che oggi si comportano male sono troppo giovani per essere consapevoli della distruzione e della perdita di vite avvenute durante la guerra civile nigeriana. Quelli di noi che sono stati nei campi per 30 mesi, che hanno attraversato la guerra, li tratteranno nella lingua che capiscono”.

Credits: Twitter via Rolling Stone

Con questa dichiarazione Buhari allude alla guerra civile combattuta nel corso degli anni sessanta contro la regione del Biafra reclamante l’indipendenza dallo Stato nigeriano; in modo particolare, da queste parole traspare una netta condanna contro le attuali spinte separatiste tuttora presenti nella zona, giungendo persino ad intimidire un nuovo conflitto volto a contrastare i gruppi secessionisti del Sud-est del Paese.

“Divieto di Twitter”

Il ministro dell’informazione e della cultura, Lai Mohamed, ha quindi annunciato il divieto di utilizzo di Twitter sostenendo l’idea secondo cui rappresenti una grave minaccia all’integrità della Nigeria, soprattutto a seguito del movimento di protesta #EndSARSnow verificatosi lo scorso anno contro gli organi di polizia locali: il successo di queste contestazioni fu reso possibile dal valido supporto organizzativo riscontrato all’interno del social network. 

Questa inaspettata interdizione ha quindi destato reazioni decisamente contrarie da parte di molti cittadini nigeriani, e non solo, definendola una grave soppressione delle libertà civili fondamentali. Anche le rappresentanze diplomatiche dell’Unione europea, Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti hanno fortemente condannato la decisione delle autorità di limitare la libertà di espressione. Ciò nonostante, non vi è stato alcun allentamento delle misure adottate da parte delle autorità locali, ma, al contrario, è stato ribadito l’immediato arresto di chiunque trasgredisca l’ordinanza e, per tal ragione, è stata sollecitata una maggiore cooperazione tra agenzie di governo e pubblici ministeri.

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