Ormai da giorni il Canale di Suez è bloccato dalla Evergiven, gigantesca portacontainer che per via di venti troppo forti ed una tempesta di sabbia si è trovata a bloccare un choke point del commercio globale. Il Canale di Suez, stando a quanto riporta la Lloyds List Intelligence, vede passare il 12% di tutto il traffico marittimo globale, il 40% dei container, il 10% delle merci e il 4% del petrolio (Quotidiano Nazionale), per questo è facile capire come il capitano della nave forse non se la stia passando benissimo. Sfortunatamente, non se la passa benissimo nemmeno l’economia globale e italiana, che in fase di ripresa a seguito della pandemia vede il suo export (specialmente quello verso la Cina) fermo ad aspettare all’imboccatura del canale.

(Foto da: Shipping Italy)

Progressi

Ad ora le navi in attesa sono più di 300, con alcune costrette a ritracciare la rotta e circumnavigare l’Africa. Tuttavia, stando alle affermazioni del capo della Suez Canal Authority, il Generale Osama Rabie, nonostante i tentativi di sabato di sbloccare la nave, sono stati fatti numerosi progressi. Con l’incessante lavoro di draghe, ruspe, e rimorchiatori, la nave è stata spostata di 30 gradi su ogni lato, e l’acqua ha ricominciato a scorrere sotto la nave (BBC). 

È difficile stabilire quanto ancora ci vorrà per sbloccare il canale, le iniziali stime arrivavano persino a qualche settimana di lavori, ma ora pare che in qualsiasi momento la situazione potrebbe migliorare di netto: si aspetta con ansia l’alta marea.

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