Secondo Le Monde, autorevole giornale d’oltralpe e uno dei principali giornali europei, Mario Draghi si sarebbe opposto alla proposta, avanzata dalla Commissione UE e sostenuta dalla cancelliera tedesca Angela Merkel ed Emmanuel Macron, di destinare 13 milioni di dosi di vaccini acquistati da Bruxelles nei paesi africani.
Certo, per differenze sostanziali di popolazione e altre problematiche da mettere in conto, probabilmente non possiamo emulare i nostri amici cubani che stanno testando un vaccino prodotto propri oda loro per poi inviarlo ai paesi africani i quali non hanno i nostri mezzi per fronteggiare la pandemia.
Le Monde prosegue aggiungendo che oltre a Germania e Francia anche altri paesi sarebbero d’accordo all’iniziativa denominata “Covax” a patto che le donazioni vengano effettuate una volta ottenute “dosi sufficienti per vaccinare la loro popolazione”.
L’Italia invece, tramite il premier, ha espresso un secco e semplice NO.
Oltre all’iniziativa sopracitata, la Commissione ha avanzato anche una proposta per ridurre le esportazioni al di fuori dell’Ue dei vaccini prodotti negli stabilimenti europei. Ovviamente i Paesi produttori (Germania, Belgio, Olanda e Spagna) si sono opposti mentre Draghi ha appoggiato tale proposta.
Sicuramente dietro queste scelte Draghi avrà fatto valutazioni e analisi in merito anche alla difficoltà da parte dell’Italia e dell’intera Unione Europea di reperire il vaccino – causa derivata dai ritardi delle varie case farmaceutiche produttrici – e questo ci colloca indietro rispetto anche a paesi molto più grandi come gli Stati Uniti che hanno vaccinato quasi il 15% della popolazione.
Non si sta giudicando di certo il suo operato e le sue mosse anche perché siamo solo all’inizio, ma perché queste notizie sono passate sottotraccia in Italia?
Perché le principali testate giornalistiche nostrane non hanno parlato di quanto accaduto quasi una settimana fa durante il summit UE, tessendo anche lodi ed esaltando il discorso del premier omettendo queste sue ferme e decise posizioni?
Sì, anche Conte in alcuni momenti da Presidente del Consiglio ha goduto del favore della stampa ma mai in maniera così netta come sta succedendo all’ex presidente della BCE.
È necessario tornare ad avere una coscienza critica per poter valutare scrupolosamente ciò che accade e provare a raccontare attraverso le proprie opinioni il presente al lettore.
La professione di giornalista non è mai stata facile, soprattutto per chi si è trovato un settore capovolto e rivoluzionato dall’arrivo del web e di internet e dalla legge barbina di togliere non del tutto ma buona parte di finanziamento pubblico alle testate giornalistiche, facendo così arrivare privati ad indirizzare l’identità di una testata.
Sembra impossibile uscirne indenni ma nel romanzo di Tabucchi il protagonista riscopre il ruolo della letteratura e l’importanza da parte degli intellettuali di dare una loro opinione.
“Se loro avessero ragione la mia vita non avrebbe senso, non avrebbe senso che io diriga la pagina culturale di questo giornale del pomeriggio dove non posso esprimere la mia opinione e dove devo pubblicare racconti dell’Ottocento francese, non avrebbe senso più niente, ed è di questo che sento il bisogno di pentirmi, come se io fossi un’altra persona e non il Pereira che ha sempre fatto il giornalista, come se io dovessi rinnegare qualcosa.”
Sostiene Pereira.
(Foto di copertina da: Stretto Web)