Molto si è parlato del “caso Fedez” in merito ad un suo (inventato) ingresso in politica: ragioniamoci sopra

Sembra assurdo, ma il dibattito pubblico è giunto addirittura a contestare l’ingresso in politica di una persona pulita. Le unghie sugli specchi hanno prodotto un grandissimo stridio in questi giorni per commentare la sola registrazione di un dominio da parte del rapper Fedez. Ed è così che, per l’ennesima volta, i media si sono trasformati in bar dove il dialogo tra i clienti (ndr, i giornalisti) rasenta l’assurdo. Anche perché, com’era facilmente intuibile, la sua era una mossa di marketing per lanciare il suo nuovo album.

Le accuse mosse verso il cantante milanese sono state molteplici, ma in primis quella che ha avuto maggior risonanza è la seguente: “È assurdo che uno con la terza media possa candidarsi e avere grandi opportunità di essere eletto”. Risulta automatica (spero) la natura classista di una tale affermazione. Affermazione che, tra l’altro, svela un ossimorica natura: quel ragazzo della terza media è un milionario. Diciamo che non è proprio stupido come molti lo ritraggono, ecco.

Lo stato della democrazia in Italia

Quel virgolettato sopraccitato spesso è stato accompagnato da frasi tipo: “Se si candida lui, la nostra democrazia è proprio messa male”. Questa retorica è figlia della diffusa convinzione che sia il grado di istruzione a definire l’intelligenza o la conoscenza di una persona, quando non si sa nulla di ciò che queste persone fanno nella propria vita privata.

Ora, non sto dicendo che Fedez sia un papabile vincitore del premio Nobel per la fisica grazie agli studi svolti in casa sua, ma che non sappiamo nulla in merito alle letture che presumibilmente affronta durante le sue giornate. Infatti, lui ha sempre dimostrato di avere un “buon vocabolario” e di essere interessato a quella che è la storia politica italiana.

Oltretutto, di persone con la terza media che ricoprono ruoli importanti in Italia ce ne sono e ce ne sono state, in particolare nell’ambito sindacale: da Di Vittorio all’attuale segretario della CIGL Landini, due persone tutt’altro che ignoranti. Quindi, non è affatto una laurea che qualifica la candidabilità o la “presentabilità” di una persona.

(crediti: Il Foglio)

Dunque, il problema della democrazia in Italia pare più che altro sociale, e non istituzionale. Sono proprio le accuse mosse verso Fedez, pregne di un classismo rivoltante, che denotano un peggioramento dello stato democratico del nostro Paese, il quale sta diventando – usando propriamente il titolo del nuovo album – sempre più “Disumano”.

La corsa al lancio della notizia

Tutto questo è stato anche scatenato dalla continua gara tra i giornali per lanciare per primi una notizia. Soprattutto in questo caso, l’occasione era assai ghiotta. Dopotutto, un personaggio divisivo come Fedez – che può piacere oppure no, i gusti sono gusti – può far notizia assai facilmente. Abbiamo parlato più volte di questa problematica, vale a dire del giornalismo “del clickbait, fatto di articoli scritti frettolosamente e quindi qualitativamente pessimi. In tal senso, questo episodio può essere scatenante di un cambio drastico nel mondo del giornalismo italiano, considerando la figura di palta che quasi ogni testata ha fatto.

A me non resta che congratularmi con Fedez, che anche questa volta è riuscito a trollare mezza Italia. Complimenti.

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Di Andrea Miniutti

Sono Andrea Miniutti, ho 21 anni e sono laureato in Studi Internazionali presso l’Università di Trento. Sono il direttore e co-fondatorer di Fast, mi occupo di politica (principalmente italiana) e temi inerenti a mafia e stragismo. Sono un grandissimo polemico.

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