Non sempre i movimenti raggiungono un così grande traguardo. Anzi, la maggior parte delle volte, raggiunto il picco di maggior successo, scemano fino a scomparire. In Cile non è successo.
Dalle proteste contro la violenza sulle donne che hanno imperversato in tutta l’America Latina (e non solo) con i movimenti #MeToo e #Niunamenos, è stato costituito il PAF (= Partido Alternativa Feminista).

Gli obiettivi
Il movimento diventato partito si pone degli obiettivi importanti e soprattutto umani: abbattere il razzismo, il classismo e le violenze in Cile. Tutele e aiuti per le donne, per la comunità Lgbtq+ e per i popoli nativi, che sono le vittime più frequenti nei casi di follie omicide nel Paese. E ancora: una riforma delle pensioni, una sanità efficiente e un’istruzione gratuita e laica.
Per la parità in tutto e per tutto, il neo-partito non ha un organico esclusivamente al femminile; un’ulteriore nota distintiva che diversi partiti cileni non hanno. Fino alle scorse elezioni, infatti, il numero di donne militanti nelle diverse fazioni era nettamente inferiore a quello dei colleghi.
“La nuova Costituzione non può essere scritta senza la presenza femminista”
Maria de la Cruz Toledo
La nuova Assemblea Costituente
Le elezioni appena passate, per la nuova Assemblea Costituente, hanno determinato un cambiamento di rotta storico. La destra radicale ha subito una notevole sconfitta, evidenziando la volontà del popolo cileno di rinnovare la Costituzione, che vige nel Paese dai tempi del regime di Pinochet (1973- 1990).
Dei 155 seggi complessivi, solo 37 sono riservati ai partiti di destra; gli altri si dividono tra i 30 conquistati dalla rappresentanza indigena, e quelli di centro, sinistra e movimenti sociali.
Ma l’occhio cade proprio sulla composizione dell’Assemblea, che avrà nove mesi di tempo per redigere una nuova Costituzione: i seggi, per la prima volta in America Latina, sono equamente divisi tra donne e uomini.
Una conquista, che lo si voglia ammettere o no, del successo di movimenti femministi che hanno scosso il Cile negli ultimi anni.
(Foto di copertina da PeaceLink)