L’inizio degli scontri politici a Firenze
La festa del primo maggio era una festa celebrata in onore della natura, un modo per dare il benvenuto alla primavera. Veniva e viene celebrata in diverse città italiane fra cui Assisi, Terni e Firenze.
Proprio in quest’ultima città, nel 1300, la festa del calendimaggio dà avvio ad uno scontro fra fazioni politiche e famiglie rivali che arriva a coinvolgere anche altri stati, fra cui il papato e il Regno di Francia.
Durante i festeggiamenti, i giovani rampolli delle due casate più potenti di Firenze, la famiglia dei Cerchi e dei Donati, si scontrano usando le armi.
I Cerchi e i Donati
Chi sono queste due famiglie? I Cerchi sono una famiglia borghese che si è arricchita molto nel tempo e che si atteggia a famiglia nobile-cavalleresca (nonostante agli occhi dei contemporanei resti una famiglia di basso rango). La famiglia dei Donati è invece una delle più antiche famiglie nobili di Firenze, sebbene in declino.
I cronisti dell’epoca parla di una grande zuffa e del taglio del naso di Ricoverino de’ Cerchi da parte di un seguace dei Donati.
Le autorità cittadine cercano di evitare che gli scontri si intensifichino e fanno arrestare alcuni dei responsabili della zuffa.
La clamorosità dello scontro, avvenuto nel giorno di una festa importante, unito all’astio che si è creato fra le due famiglie, porta gli storici a considerare quel primo maggio 1300 come un giorno di svolta.
La divisioni fra Bianchi e Neri
Il partito Guelfo, che governa la città da più di 10 anni (nel 1289, in seguito alla battaglia di Campaldino i Ghibellini vengono liquidati da Firenze), si spacca in due. Da un lato la famiglia cerchi si mette a capo della fazioni dei Bianchi, mentre la famiglia Donati capeggia la fazione dei Neri.
Se già prima di questo evento lo scontro fra le due famiglie animava la città toscana, gli eventi del calendimaggio 1300 non fanno altro che renderlo irreversibile. Le diatribe fra Cerchi e Donati i estendono e si intrecciano con legami clientelari, vincoli di parentela e interessi economici al punto che la lotta fra le due casate diventa una lotta per il potere a Firenze.
Bonifacio VIII e Carlo di Valois
Inizialmente i Bianchi sembrano avere la meglio: i capi dei Neri, nel 1301, vengono esiliati e i loro beni confiscati perché trovati colpevoli di aver ordito una cospirazione contro la fazione avversaria. Nonostante la temporanea sconfitta, la fazione dei Donati si presenta alla corte pontificia (politicamente, i Neri sostengono un maggior avvicinamento di Firenze al papato, al contrario dei Bianchi che sono fautori di una linea più autonomista) e forti dei loro istituiti di credito che operano a Roma vengono accolti dal papa, all’epoca Bonifacio VIII.
Il Santo Padre decide di far intervenire Carlo di Valois, ufficialmente per riportare la pace a Firenze.
La presenza del Valois a Firenze è tutt’altro che legata ad un piano di pacificazione delle due parti: prendendo il potere in città grazie alle sue truppe, Carlo permette il rientro dei Neri in città e l’eliminazione dei loro nemici e dei nemici del papa.
In soli due anni dai torbidi di calendimaggio, i Neri sono riusciti a prender il controllo della città e ad esiliare i Bianchi.
La rilevanza dell’accaduto
Perchè è importante il primo maggio del 1300? Al di là della rilevanza storica e politica dell’accaduto, i torbidi di Calendimaggio hanno un un’importanza letteraria: Dante Alighieri è uno dei guelfi bianchi che vengono esiliati da Firenze.
Impossibilitato a ritornare nella sua città Natale, il sommo poeta decide di iniziare a scrivere un’opera che ha, fra gli altri obbiettivi, quello di criticare coloro che lo hanno costretto a vagare per l’Italia e quello di scrivere un poema così celebre da far pentire i fiorentini di averlo esiliato.