La capitale canadese di Ottawa è paralizzata da giorni per via delle proteste di numerosi camionisti coadiuvati da altri manifestanti che si oppongono ai mandati vaccinali. Il bersaglio specifico è una delle ultime disposizioni del governo liberal di Trudeau, per la quale i camionisti canadesi che operano attraverso la frontiera con gli USA dovranno vaccinarsi o rimanere in quarantena per 14 giorni, nel qual caso sarebbero chiaramente impossibilitati a lavorare.

Le proteste sono state fino ad ora relativamente pacifiche, ma con molte strade centrali bloccate e numerosi negozi costretti a chiudere, la situazione sfugge sempre di più al controllo delle autorità.

crediti: Al Jazeera

Chi supporta la manifestazione

Il convoglio di camion, che ha iniziato la sua crociata da Vancouver in direzione della capitale dove è stato raggiunto il culmine delle proteste, ha 275.000 supporters su facebook e 40.000 su Telegram; inoltre gli organizzatori attraverso una campagna su GoFundMe hanno raccolto 4,3 milioni di dollari da circa 70.000 donazioni (fondi poi momentaneamente bloccati dalla piattaforma al fine di capire dove sarebbero stati spesi quei soldi).

Nonostante questo apparente ampio consenso, esistono alcuni dubbi sulla componente domestica di quest’ultimo. La percentuale di autisti canadesi vaccinati sarebbe infatti intorno al 90% contro un 77% della popolazione generale e la Canadian Trucking Alliance, che rappresenta 4.500 operatori del settore del trasporto su gomma, si è apertamente opposta alla manifestazione. Infine, stando a quanto affermato da Jessica Davis, ex analista dell’intelligence canadese, tra le donazioni è “evidente attività proveniente dall’estero” e risulta difficile capire quanto supporto questo movimento abbia in patria, mercoledì scorso la polizia di Ottawa ha confermato che gran parte delle donazioni sono arrivate dagli Stati Uniti.

Non si possono negare comunque i messaggi di approvazione provenienti dall’ala conservatrice del paese, primo fra tutti quello di Erin O’Toole, che dopo aver incontrato i camionisti la scorsa settimana, ha esortato Trudeau ad ascoltare le loro richieste. Segnali di supporto sono arrivati anche da Tucker Carlson di Fox News, Donald Trump Jr. ed Elon Musk, figure quest’ultime che non si sono dimostrate essere tra le più illuminate durante la pandemia.

crediti: Getty Images – BBC

La situazione attuale

Più le proteste si protraggono più cresce il timore che la supply-chain alimentare del Canada subisca delle gravi interruzioni. Se infatti già la crisi del Covid-19 ha portato a una conduzione spasmodica e singhiozzata dei trasporti globali, il maltempo, i lavori di manutenzione sulle autostrade e ora le proteste dei camionisti potrebbero portare a gravi carenze di forniture alimentari nel paese.

Ad Ottawa invece la tensione cresce, se alcuni cittadini si prodigano per portare carburante e cibo ai camionisti, altri hanno ammesso di aver subito vessazioni o molestie da parte dei manifestanti, alcuni dei quali ad un certo punto hanno anche deciso di urinare sul War Memorial della capitale.

Negli scorsi giorni è stata anche ventilata la possibilità di richiedere l’intervento dell’esercito, possibilità che ha incontrato forte resistenza dato il sospetto che molti manifestanti possano essere armati. Scelta sensata per evitare violenze, a cui la polizia ha preferito una strategia di de-escalation, che tuttavia stona con quella adottata nei confronti della manifestazioni indigene, spesso represse con forza, come ricorda l’avvocato Pam Palmater.

In conclusione, i manifestanti sembrano determinati a restare, ma data l’ambizione delle loro richieste, la cancellazione di tutti i “mandati sanitari” (quindi mascherine, quarantene e vaccinazioni), è molto probabile che il governo non si presti ad alcun dialogo.

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