Il Paraguay, indipendente dalla Spagna a partire dal 1811, vide susseguirsi fra il 1904 e il 1954 ben 30 presidenti, sostituiti, di volta in volta, in seguito a sommosse, aggressioni o colpi di Stato.
In seguito alla Seconda Guerra Mondiale, il Partito Colorado, partito di ispirazione liberale e di centro-sinistra, tornò a governare il Paese, dopo circa quarant’anni lontano dalla presidenza, insieme al Partito Rivoluzionario Febrerista, un partito di ispirazione socialista.
Dal 1947 a 1954 il partito instaurò una dittatura monopartitica la quale, però, non riuscì a risolvere il problema dell’instabilità politica; a metà degli anni ’50 un generale, Alfredo Stroessner, organizzò a sua volta un colpo di Stato per prendere il potere, presentandosi successivamente alle elezioni, vincendo, e governando il Paese fino al 1989.

Ruolo degli USA
Che ruolo hanno avuto gli USA in questo colpo di Stato? Prima del colpo di Stato, nel 1953, l’allora Segretario dell’Esercito, Robert Stevens, invitò Stroessner in persona a girare diverse unità militari. Inoltre, una volta giunto al potere, il generale trasformò il Partito Colorado, di cui faceva parte, in un partito populista, nazionalista e fortemente anti-comunista.
Quest’ultima caratteristica venne mantenuta anche dopo il 1962, anno in cui venne abbandonato il monopartitismo, permettendo ad altri partiti di partecipare alle elezioni, tranne al Partito Comunista Paraguayano, ritenuto troppo vicino all’URSS.
Il regime paraguayano poté godere per tutta la sua esistenza dell’appoggio statunitense, nonostante le continue violazioni dei diritti umani, e tale supporto fu particolarmente intenso fra il 1954 e il 1961. Il sostegno statunitense venne meno con la fine della Guerra Fredda, per ovvi motivi, e senza l’appoggio della superpotenza il regime cadde permettendo la democratizzazione del sistema politico.
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