Per tutta la seconda metà del XIX secolo, il Guatemala tentò di modernizzare la propria economia per integrarsi all’interno del commercio internazionale. Lo fece puntando sulla creazione di un capitalismo agrario che consisteva nell’attirare grande capitali in cambio della produzione e dell’esportazione delle materie prime guatemalteche, in particolare del caffè.
Il capitalismo agrario, però, non permise lo sviluppo di un sistema capitalistico di stampo europeo, dato che i capitali erano indirizzati solo ed esclusivamente laddove potevano essere fatte crescere piantagioni di caffè e ciò andò a scapito delle produzioni agricole che non si occupavano di tale prodotto, le quali vennero indebolite.
All’inizio del XX secolo, tale sistema economico venne ampliato da Manuel Estrada Cabrera: egli consentì l’entrata del capitale nordamericano ed espanse le esportazioni alle banane. Il presidente Cabrera venne successivamente accusato di aver venduto il Guatemala agli USA, concedendo terre, vie di trasporto e di comunicazioni a varie multinazionali statunitensi, prima fra tutte la United Fruit Company.

Non toccate le tasche degli USA
Con l’elezione nel 1951 di Jacobo Arbenz Guzmán, un socialista democratico senza rapporti con Mosca, le cose parvero cambiare: annunciò di voler espropriare molte delle terre dell’aziende statunitense, cosa che lo pose in contrapposizione al Segretario di Stato e al direttore della CIA degli USA, i maggiori azionisti della United Fruit Company.
Per evitare ingenti perdite economiche alla multinazionale, e approfittando della Guerra Fredda, il governo democraticamente eletto di Guzmán venne presentato come un regime comunista che avrebbe approfittato della vicinanza agli USA per attaccarli per conto dell’URSS; anche l’allora presidente Eisenhower era convinto che il governo guatemalteco dovesse cadere, anche se non apertamente.
In seguito a incessanti bombardamenti su Città del Guatemala, un gruppo di ribelli addestrati dalla CIA portò a termine il colpo di Stato favorendo l’ascesa del colonello Carlos Castillo Armas. Il regime di destra instaurato dagli USA resse fino al 1996 quando, dopo una guerra civile, il Paese ritornò democratico.
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