Secondo quanto riportato da Reuters citando fonti interne all’amministrazione Biden, la Corea del Nord non ha mai risposto ai tentativi di interazione messi in atto dagli USA, sia dalla Casa Bianca che da altre figure diplomatiche come la delegazione presso l’ONU. La notizia esce proprio nei giorni in cui gli USA hanno tenuto importanti eventi diplomatici relativi al contesto asiatico-pacifico: l’incontro del QUAD (con Giappone, Australia e India) e la visita diplomatica del Segretario di Stato Blinken in Giappone e in Corea del Sud (insieme al Segretario della Difesa Gen. Austin) e poi in Alaska per incontrare il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi.

Trump aveva cercato di affrontare il tema della minaccia nucleare nordcoreana incontrando direttamente il leader Kim Jong Un ma i diversi meeting che si sono tenuti non hanno portato a nessun miglioramento, infatti Biden ha sempre criticato questo approccio come inefficace per evitare escalation nella proliferazione: il nuovo presidente dovrebbe seguire un approccio più tradizionale e incrementale, cioè basato su concessioni ai nordcoreani in cambio dell’impegno alla denuclearizzazione.

Kim Jong-un, Leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea (Photo by Pyeongyang Press Corps/Pool/Getty Images, via Wired)

Sanzioni

Anche secondo certi disertori di alto livello del regime nordcoreano l’imposizione di sanzioni internazionali può essere il metodo più efficace per permettere le negoziazioni: probabilmente Kim cercherebbe di mantenere qualche arma nucleare perché ritiene che possano assicurare la stabilità del regime (sebbene la sua stessa posizione sia dubbia, visti i problemi di salute). La situazione economica e sociale nordcoreana è però resa molto critica dal Covid (certi esperti parlano di “grande balzo indietro”, riprendendo il “grande balzo in avanti” progettato – ma fallito – da Mao in Cina a fine anni ’50), quindi il regime potrebbe accettare di dialogare maggiormente in cambio di aiuti internazionali o di minori sanzioni. [Financial Times]

Nonostante la volontà statunitense, la denuclearizzazione della Corea del Nord potrebbe rivelarsi ora molto più difficile di quanto lo potesse essere anni fa, quindi la soluzione più efficace potrebbe essere ora il riconoscimento della capacità nucleare nordcoreana e la conclusione di accordi per evitare un’ulteriore proliferazione, anziché perseguire la totale rimozione di armi nucleari. Biden ha varie volte dichiarato che vorrebbe coinvolgere anche la Cina in questo tema, ma in questo periodo i rapporti tra i due Stati sono tesi e quindi i cinesi potrebbero non voler sostenere iniziative che potrebbero favorire gli statunitensi. [Voice of America; Al Jazeera]

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Di Alessio Piccoli

Mi chiamo Alessio Piccoli, ho 23 anni e vengo da un piccolo paese in provincia di Pordenone. Studio Scienze Politiche all'Università Cattolica di Milano ed è proprio di politica che mi occupo, interessandomi principalmente ai contesti italiano, europeo e statunitense. Tra le mie altre passioni ci sono la musica e gli sport, il calcio soprattutto.

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