Il 2022 si è aperto con una notizia accolta in maniera fin troppo ambigua dalla stampa e dai media nazionali. All’età di 83 anni si è spento a Parma Calisto Tanzi, imprenditore ducale che con continui affari, poche intuizioni e truffe incredibili, creò e si ritrovò tra le mani quel colosso commerciale internazionale che sarebbe diventato Parmalat. Il nome del piccolo caseificio diventato una delle grandi aziende italiane negli anni ’80 e ’90 compariva praticamente ovunque: dalla Formula 1 al calcio brasiliano (Palmeiras) e italiano (Parma sì, ma anche Avellino).

Nelson Piquet alla guida della Brabham BMW BT52, 1983

La narrazione dei nostalgici

Negli scorsi giorni, i nostalgici hanno voluto ricordare con affetto Calisto Tanzi, il presidente che oltre a Parmalat (e insieme a Parmalat) rese grande la squadra della città, tra le più forti al mondo negli anni ’90. Una narrazione troppo spesso piegata dal mieloso ricordo dei poveri defunti “al di là degli illeciti”. Nella morte riposi in pace Calisto Tanzi, ma la storia e la giustizia lo hanno già giudicato e questo non va dimenticato.

Doveroso invece ricordare due numeri: 14 e 38. Il primo rappresenta i miliardi di euro che ha polverizzato, mentre il secondo rappresenta le migliaia (38.000) di risparmiatori mandati sul lastrico dal crac dell’azienda del cavaliere. Numeri talmente enormi che quasi non si riesce a concepire la portata distruttiva di quella vicenda, la disperazione e la sofferenza che ha portato a così tante persone.

Ma quale nostalgia, la Serie A degli anni ’90 è stata di certo espressione migliore del calcio nostrano ma era un campionato di musichette mentre fuori c’era la morte.

Parma 1999

Le tappe del crack finanziario del gruppo Parmalat

Di seguito tutte le tappe che hanno portato alla condanna di Tanzi, recuperata dagli archivi del Sole 24 Ore.

2003, 19 dicembre
Bank of America denuncia che il conto di Bonlat, società del gruppo Parmalat con sede alle Cayman, su cui avrebbero dovuto trovarsi 3.950 milioni di euro in contanti e titoli, non esiste. Standard& Poor’s declassa a default il titolo Parmalat.

2003, 27 dicembre
Tanzi è arrestato di ritorno dall’Ecuador. Le accuse sono associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. Il 28 arriva anche l’ordine di custodia da Milano.

2004, 1 marzo
La Cassazione decide la celebrazione di due indagini (e processi) paralleli. A Milano viene attribuita la competenza delle indagini per aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza, falso in comunicazioni e ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza della Consob. A Parma l’associazione a delinquere e bancarotta.

2004, 26 maggio
La Procura di Milano chiede il rinvio a giudizio per 29 persone fisiche e 3 persone giuridiche, più le società di revisione Deloitte e Grant Thornton e Bofa.

2005, 28 settembre
Si apre a Milano il processo a Calisto Tanzi e ad altri 18 imputati.

2005, 6 ottobre
La nuova Parmalat, nata ufficialmente 5 giorni prima grazie al concordato raggiunto con i creditori, ritorna in Borsa.

2008, 18 dicembre
Calisto Tanzi è riconosciuto colpevole di aggiotaggio, ostacolo all’attività degli organi di vigilanza e concorso in falso con i revisori, e condannato a 10 anni di reclusione.

2009, 5 dicembre
La Guardia di finanza trova in una cantina di Parma il tesoro di Calisto Tanzi: decine di tele firmate Picasso, Cezanne e Van Gogh.

2010, 26 maggio
Confermata in appello a Milano la condanna di primo grado a Tanzi per aggiotaggio e ostacolo agli organismi di vigilanza: 10 anni di carcere.

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