Qualche giorno fa il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, il quale governa il paese in modo semi autoritario dal 1994, ha alzato nuovamente l’asticella di ciò che viene considerato inaccettabile da parte della comunità internazionale.

Per ordine di Lukashenko, domenica pomeriggio le autorità bielorusse hanno costretto un volo Ryanair partito da Atene e diretto a Vilnius (Lituania) ad atterrare a Minsk, capitale della Bielorussia, e una volta a terra hanno fatto arrestare l’attivista dissidente e giornalista di opposizione 26enne Roman Protasevich, che si trovava a bordo.

Nulla di nuovo sotto il sole

Il fatto di silenziare gli oppositori politici del regime non rappresenta una novità per il governo illiberale di Lukashenko, ma il limite si sta pericolosamente spostando sempre più avanti. Ora la questione è se la comunità internazionale, e l’Unione Europea su tutti, sarà in grado di rispondere efficacemente a questo schiaffo in faccia ai principi fondativi delle democrazie occidentali, oltre che palese violazione dei diritti umani.

il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko (foto da The Moscow Times)

L’Unione Europea prova a muoversi

Le prime risposte non paiono molto ambiziose. I leader europei e i rappresentanti dell’UE hanno ovviamente condannato a caldo il gesto e nella giornata di lunedì il Consiglio Europeo ha preso provvedimenti contro la Bielorussia: introduzione di nuove sanzioni economiche, divieto per la compagnia di bandiera di utilizzare aeroporti europei, invito alle compagnie aeree europee a non sorvolare il paese.

Il commento di Von der Leyen poco dopo l’accaduto

Tuttavia permangono dei dubbi sulla forza di queste azioni, la debolezza e poca credibilità dell’UE in politica estera le impediscono di prendere decisioni che puniscano concretamente comportamenti antidemocratici e lesivi della sicurezza internazionale e che siano più efficaci delle solite sanzioni, ovvero misure per lo più simboliche e oramai abusate da parte di paesi occidentali.

La presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel (foto da Politico EU)

Purtroppo l’UE possiede pochi strumenti di politica estera e sarebbe fondamentale che utilizzasse appieno la sua soft power di potenza civile per attrarre la società civile bielorussa (e dell’Europa orientale) verso la sua sfera di influenza, cercando di contrastare le ambizioni di Putin di espandere l’egemonia russa.

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