Il fatto non sussiste.

Una carriera che per 5 lunghi anni è stata bloccata, annullata e cancellata da ogni competizione.

Una Olimpiade mancata dopo una seconda positività piuttosto dubbia.

La vita di Alex Schwazer caduta sotto i colpi di incessanti insulti da parte di chi non sa nulla.

Alex è stato assolto.

In questo lungo percorso buio e tortuoso in tanti si sarebbero arresi. Per un’atleta perdere 5 anni di attività agonistica significa chiudere la propria carriera.

Niente e nessuno potrà restituire questi 5 anni all’atleta simbolo di quella Pechino 2008, protagonista di quel simpatico spot della Kinder e fino a quel momento uno dei volti più belli e limpidi dell’atletica italiana.

Come al solito, siamo stati incapaci di proteggere un patrimonio dello sport nostrano, schierandoci anche contro di lui. La sentenza di ieri lascia dentro di me -spettatore e tifoso- un mix di gioia, rabbia e infinita amarezza.

Solo una cosa potrebbe ridarmi speranza: Alex Schwazer ad aprire la fila della nostra spedizione olimpica a Tokyo. Tutti dietro di lui, per cercare di sostenere e chiedere umanamente scusa.

Caro Alex perdonaci e porta in alto il nostro tricolore.

(Foto di copertina da: quelchepassalosport.it)

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